Che i prezzi delle RCA italiane siano stellari, si sa, eppure nel 2015, il divario che penalizzava gli automobilisti nostrani rispetto a quelli europei è arrivato a ridursi, fino a passare da 234 a 150 euro. La diminuzione dei prezzi per ciascun premio è dunque pari al 7,5%, ma il vero problema restano le frodi, che nel Belpaese sembrano aver superato il dato ufficiale del 19% del totale.
Per questa ragione, l’IVASS, l’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni, ha lanciato l’Archivio Integrato Antifrode (AIA), un database che unisce tutte le informazioni relative ai sinistri denunciati: dai dati sulle targhe alle patenti, da quelli pertinenti le polizze fino ai dati anagrafici dei testimoni, dei passeggeri coinvolti e dei periti interpellati.
Dopo aver verificato e incrociato i dati, il sistema calcola gli indicatori di anomalia e invia il flusso di informazioni alle imprese assicurative, per informarle del possibile broglio.
La prima fase di test è partita venerdì 10 giugno, a essere connessi, anche gli archivi della Motorizzazione e i dati delle black box raccolti da ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici).
Il sistema ha già portato ad una riduzione dell’1,5% dei costi per i risarcimenti, ma la strada da percorrere è ancora lunga, poiché nel database sono presenti solo le anomalie facilmente individuabili (ad esempio partecipanti e testimoni che si ripetono).
Per la fine del 2016, i tecnici di IVASS contano dunque di aggiungere anche le informazioni su veicoli rubati, attestati di rischio e Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, ma al momento i risultati sono incoraggianti: degli incidenti inseriti nella black list, il 51,2% è già stato oggetto di approfondimenti da parte delle agenzie assicurative.
Il 14,4% di questi è stato contestato e non pagato, in quanto riconosciuto come frode, mentre solo l’1,8% è stato oggetto di denunce o querele, a dispetto del 2,3% registrato nel 2012 e del 2,8% del 2013.
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