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44hau0265rfÈ un acceso botta e risposta quello che vede come protagonisti Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) e Cupsit (Comitato Unitario Patrocinatori Stragiudiziali Italiani).

Tutto è iniziato quando Aldo Minucci, Presidente di Ania, lo scorso ottobre, nel corso di un’audizione parlamentare, ha asserito che gli studi legali e le agenzie d’infortunistica stanno temporeggiando di fronte alla nuova normativa che modifica le prassi per ottenere il risarcimento, limitando di fatto i casi in cui le compagnie assicurative sono chiamate a pagare l’indennizzo. La legge dispone accertamenti clinici e strumentali obbligatori anche per i casi di lievi danni alla persona.

Minucci ha affermato che, con una piena applicazione della normativa, il numero delle truffe diminuirebbe in maniera sensibile, permettendo alle compagnie assicurative di abbassare notevolmente i premi sulla RC Auto. Solo pochi mesi dopo l’introduzione della norma, ha ricordato ai parlamentari il numero 1 di Ania, il costo delle polizze auto è diminuito del 4,4% rispetto al 2012.

Parole di fuoco che non sono state digerite da Cupsit, l’organizzazione che rappresenta gli esperti d’infortunistica. Il Presidente di quest’associazione, Stefano Mannaccio, ha difeso attraverso un comunicato, la professionalità e la coscienziosità dei suoi associati, rispedendo al mittente le accuse. Mannaccio, piuttosto, ha asserito che il fine ultimo delle assicurazioni è quello di bypassare i professionisti nell’ambito dell’infortunistica, arrogandosi il diritto di stabilire chi debba ricevere, o meno, un indennizzo in caso di sinistro stradale.

La replica di Ania non è ancora arrivata, ma è lecito immaginarsi che questa polemica non sia destinata ad esaurirsi in tempi brevi.

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