Se ci ricordassimo di viaggiare sempre con la cintura di sicurezza, non ci sarebbero problemi; ma quando si subisse un sinistro, e si fosse sprovvisti della cintura, si ha la possibilità di fare domanda di risarcimento al conducente. Tecnicamente infatti, nel caso in cui il passeggero viaggi senza la protezione a bordo e venisse coinvolto in un incidente, il guidatore sarebbe ritenuto corresponsabile del danno e tenuto al risarcimento.
Per liberarsi dall’impiccio, dovrebbe dichiarare che se il passeggero avesse indossato la cintura, le ferite e contusioni del viaggiatore sarebbero state di entità ridotta: una questione però piuttosto difficile da dimostrare.
I benefici derivanti dall’indossare le cinture sono molti; a detta dell’ACI, le cinture sono il dispositivo di sicurezza più importante presente a bordo, riducono infatti il rischio di danni da impatto: in caso di scontro frontale, impediscono al corpo di proiettarsi in avanti verso il volante, o, come nel caso del passeggero, verso il cruscotto e fuori dal parabrezza, evitando dunque di arrecare seri danni alla persona.
Ma quando un passeggero decide di non voler indossare la cintura, il conducente si fa complice di una situazione pericolosa; complicità che non potendo essere dimostrata, potrà essere riportata direttamente alla compagnia assicuratrice, che provvederà a risarcire il danno in misura ridimensionata.
Anche per questo è importante non dimenticare di assicurare il proprio veicolo; a Genova, le auto senza RCA provocano un incidente ogni cinque giorni, una stima effettuata da una pattuglia di controllo, che porterà la città ad investire nel sistema Celeritas.