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In Italia si risarcisce davvero più che all’estero come sostiene l’Ania (l’associazione che rappresenta le imprese assicuratrici)? Assolutamente no, sostengono gli avvocati dell’Organismo Unitario (Oua): i risarcimenti per le vittime di incidenti e danno biologico sono in linea con gli standard europei. Vediamo i dettagli della questione.

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Gli avvocati dell’Oua hanno presentato alla Camera nel mese di giugno la relazione ufficiale sui risarcimenti danni da parte delle assicurazioni italiane nei confronti di chi rimane vittima di lesioni personali o di uccisione, che sottolinea come i rimborsi seguano tariffe nella media europea. Anzi in alcuni casi succede che si risarcisca addirittura meno rispetto ad altre giurisdizioni europee.

Dal canto suo l’Ania, portavoce delle compagnie di assicurazione sul territorio italiano, sostiene invece che i ritmi di risarcimento in Italia sono “da record”. Il valore economico preso in considerazione per risarcire il danno biologico è tra i più alti d’Europa e addirittura il doppio di quanto invece previsto dalla legge per risarcire le vittime di infortunio sul lavoro.

È proprio per questo motivo che in Italia le assicurazioni hanno i premi più alti d’Europa. Gli avvocati controbattono e affermano che le tariffe potranno scendere ma solo se si controllano gli indennizzi e si intensificano i controlli. E aggiungono che, al di là del fatto che l’Italia ha gli stessi standard di riferimento degli altri Paesi Europei, “non si possono di certo imitare Paesi meno generosi se non arretrati” e –ad ogni modo – “primeggiare nella tutela risarcitoria dei diritti fondamentali della persona dovrebbe costituire un vanto per un qualsiasi Stato moderno”.

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