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A partire dal 30 luglio scorso c’è un nuovo strumento informatico in grado di stanare i truffatori ed arginare sempre di più il fenomeno delle truffe assicurative: si chiama Aia (Archivio informatico integrato e antifrode) e confronta le informazioni che trova su tutte le banche dati disponibili.

In pratica ogni volta che si avvia la pratica per un sinistro, ecco che Aia è in grado di assegnare a quest’ultimo un vero e proprio indicatore di rischio espresso in percentuale. Questo valore viene calcolato mettendo a confronto le informazioni che riesce a reperire dalle varie banche dati a disposizione come ad esempio l’Archivio nazionale dei veicoli, l’Anagrafe nazionale degli abilitati alla guida, il Pubblico registro automobilistico (Pra) e il Ruolo dei periti assicurativi. Ma per stabilire se si tratta di frode oppure no, Aia tiene conto anche dei dati disponibili provenienti dalle banche dati dei sinistri, dall’anagrafe testimoni e dall’anagrafe danneggiati, dalla banca dati dei contrassegni assicurativi. La fase successiva prevede poi che tutte le informazioni vengano confrontate con i dati relativi alle persone coinvolte, sia in modo diretto che indiretto, nell’incidente.

Queste le dichiarazioni del presidente dell’Ivass: “la lotta alle frodi, così diffuse nel mercato Rc auto, è il principale presupposto di una stabile riduzione dei prezzi: solo il 5% degli assicurati paga un premio paragonabile a quello medio europeo di 250 euro. L’obiettivo è quello di ricavare un numero per ogni sinistro denunciato, che esprima la probabilità di frode. Una valutazione basata sulla storia pregressa del veicolo e di tutti i soggetti coinvolti: proprietario, conducente, danneggiati, testimoni, periti, avvocati, medici”.

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