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Non passa settimana senza che le cronache dei giornali non raccontino di truffe perpetrate ai danni delle compagnie assicurative.

Articoli su articoli riempiono le pagine, digitali o cartacee, dei quotidiani.

Una delle più recenti, e anche delle più ingegnose, è stata architettata a Roma. In realtà si tratta di un raggiro milionario che, secondo le prime ricostruzioni, era iniziato nel 2011, forse prima. Un gruppo di persone, complici alcuni medici conniventi, era solita simulare piccoli incidenti automobilistici per poi chiedere risarcimenti alle compagnie assicurative.

Indennizzi molto piccoli, ottenuti grazie a falsi referti medici, che sommati, tuttavia, avevano generato un bel gruzzolo per la banda, composta da almeno 27 persone. La scarsa entità dei rimborsi era strategica: i truffatori erano consapevoli che, sotto certe cifre, le compagnie assicurative svolgono scarsi controlli sulla liquidazione dei risarcimenti.

Le assicurazioni, proprio come previsto dai malavitosi, avevano fatto una mera segnalazione alle Forze dell’Ordine nel 2011. I carabinieri della Stazione di Grottaferrata e gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale, invece, avevano preso sul serio la vicenda e si erano messi subito sulle tracce della banda, capace di muoversi con grande abilità, specialmente i cinque ideatori di queste “mini-truffe”, tra i quali un avvocato e due medici. A inizio marzo sono scattati 27 avvisi di garanzia, mentre due persone sono state messe agli arresti domiciliari. L’avvocato e i due medici, inoltre, sono stati sospesi dalle rispettive professioni.

Le quasi irrisorie somme chieste come risarcimento per incidenti stradali mai avvenuti ha permesso a questo gruppo criminale di non passare troppo nell’occhio e di restare a lungo su piazza, ma non abbastanza.

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