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“Il Governo ha perso una grande occasione per abbassare i costi della RC Auto”.

Parole e musica di Ania, l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, che ha così commentato la cancellazione dell’articolo 8 del Dl Destinazione Italia. Articolo che conteneva un insieme di dispositivi per ridurre il peso del premio dell’assicurazione auto, attraverso alcuni sensibili sconti, a patto che il proprietario della vettura avesse accettato alcune clausole, come l’installazione della scatola nera, oppure il doversi rivolgere obbligatoriamente a una carrozzeria o a un centro medico convenzionato con la sua compagnia in caso di sinistro.

Ania, in una nota lanciata lo scorso 5 febbraio, si è scagliata contro la politica che, a detta dell’organizzazione in questione, “è stata facile preda d’interessi corporativistici di categorie interessate esclusivamente all’intermediazione dei risarcimenti ai danni dei consumatori”. Il riferimento, neanche tanto velato, è alle associazioni datoriali e di categoria che hanno coagulato intorno a loro la protesta dei carrozzieri, dei periti e anche dei medici specializzati in sinistri stradali.

L’Articolo 8 del Destinazione Italia era stato redatto con l’effettivo contributo delle compagnie assicurative, coinvolte nel processo normativo dal Governo, oggettivamente preoccupato per gli elevatissimi costi delle polizze auto nel nostro Paese. Le soluzioni proposte dalle compagnie assicurative potevano generare sconti fino al 20% sulla RC Auto. Questo a patto che gli assicurati avessero optato per un insieme di condizioni come, ad esempio, il potersi rivolgersi solo a officine convenzionate per riparare i danni causati da un sinistro. Questo ha mandato su tutte le furie i carrozzieri indipendenti che hanno inscenato più di una protesta, convincendo, a quanto pare, il Parlamento sulla bontà delle loro ragioni. Pure i periti e i medici legali, tuttavia, sono scesi più volte in piazza.

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