Sono scattati in nove Province siciliane aumenti significativi sulle polizze auto. Una crescita del premio pari al 3,5% causata dall’aumento dell’aliquota provinciale sulla RC Auto.
Questa scelta è stata adottata dalle amministrazioni provinciali di Palermo, Messina, Trapani, Ragusa, Agrigento, Enna e Caltanissetta. Un provvedimento preso per cercare di sanare le voragini nei bilanci di questi enti, sulla cui utilità s’interroga l’Italia intera, politici esclusi.
Gli aumenti erano nell’aria da alcune settimane, anche se in genere i commissari delle Province hanno adottato le risoluzioni volte ad aumentare le aliquote in sedute lampo, svoltesi in genere poco prima di Natale, come avvenuto a Palermo.
E dell’inasprimento dell’aliquota provinciale sulla RC Auto non si stanno lamentando solo i cittadini, ma anche gli agenti assicurativi. La Sna, il sindacato nazionale degli agenti assicurativi, ha lanciato a fine gennaio l’allarme e minaccia di adire a vie legali per far fare marcia indietro alle Province. Attraverso un comunicato, la Sna ha fatto sapere che questi aumenti faranno crescere il numero di persone che non rinnoveranno la polizza auto, con il conseguente rischio di sempre più vetture circolanti anche se prive di tutela assicurativa.
La possibilità di inserire una tassa provinciale sulle RC Auto da parte delle Province deriva da una norma regionale promulgata lo scorso 5 dicembre. Già nel 2011 la Regione Sicilia aveva emanato un decreto legislativo del medesimo tenore, annullato attraverso una sentenza della Corte Costituzionale.
Gli aumenti, si legge nella nota della Sna, porteranno nelle casse delle Province circa 40 milioni, ma a quale prezzo? Stando agli studi dello stesso sindacato, un neopatentato rischia di pagare addirittura 50 euro in più per sottoscrivere una polizza auto a causa di questa tassa provinciale. E occorre ricordare che la Sicilia è una delle regioni dove la RC Auto è maggiormente costosa: la media è di 550 euro, mentre quella italiana è di 480.